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Vietare il porno sulla Rete: Europa e Islanda a confronto

Vietare il porno sulla Rete: Europa e Islanda a confronto
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Vietare il porno sulla Rete: Europa e Islanda a confronto

Vietare il porno sulla Rete: Europa e Islanda a confronto

Pensare un Web senza porno, possibile? Chi non ha mai sperimentato “per sbaglio” qualche portale a luci rosse? A quanto pare se c’è un argomento che mette d’accordo l’intera comunità di utenti della Rete è proprio questo: il porno.

Tutto nasce dalla sciagurata trovata dell’europarlamentare Tamara Liotard, intenzionata a «bandire ogni forma di pornografia dai media degli Stati membri».

Recita così il punto 2 della sua mozione tesa ad «eliminare gli stereotipi di genere nella Ue». Uno scopo fumoso, che non ha, in prima battuta, suscitato le ire della Rete. Ma quando, leggendo le pagine del documento, il Partito dei pirati, formazione svedese rappresentata anche nell’assemblea di Strasburgo, ha scovato l’esplicito riferimento al porno, uno tsunami di email ha travolto l’UE.

In meno di quattro giorni i messaggi online di protesta sono arrivati a superare la soglia del milione. Soltanto il rischio di vedersi oscurare tutti i propri portali porno preferiti ha rappresentato una chiamata alle armi d’inaspettata efficacia. Il Parlamento europeo è stato, infatti, costretto ad annullare la votazione della risoluzione-Liotard in programma domani. Vittoria campale per i porn user.

Una reazione ingiustificata. In realtà il provvedimento della parlamentare, anche se approvato, non avrebbe imposto nulla ai paesi UE. Si è trattato solo di una sopravvalutata presa di posizione concettuale. Ma c’è chi ha intenzioni molto più serie.

In totale controtendenza con il sentire dei cittadini europei, invece, si sta muovendo il Parlamento islandese, che potrebbe trasformare l’Islanda nel primo Paese occidentale a oscurare il porno sul Web. Lo scopo è radicale: censurare ogni sito a luci rosse sfruttando filtri speciali come quelli applicati in Cina e in Iran. Che cosa condurrebbe a tale conclusione?  La pornografia sarebbe dannosa per i bambini e le donne, oltre ad alimentare atti criminali violenti.

Come porsi difronte a tesi del genere? Sesso e violenza sono due canali istintuali radicati profondamente nel nostro inconscio e legati alla sopravvivenza stessa (riproduzione e cura della prole). Trovare quindi un legame è ovvio, quasi ineludibile. Ciò che è diventato davvero pornografico nella Rete, e che accomuna portali XXX a Youtube, è l’esasperazione dell’immagine. C’è una rincorsa all’eccesso delle forme, in una escalation viziosa. Per lo spettatore ci sono due alternative, l’apatia oppure l’acquisizione di un modello culturale e comportamentale.

In sintesi, se vogliamo porre un freno alla pornografia della Rete, a tutta la pornografia, con o senza coiti, l’unica arma davvero efficace è l’acquisizione dei codici che articolano il significato dell’immagine. Troppo difficile? Meglio piazzare uno stupido divieto?

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