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Social messaging produce 18 miliardi di perdite alle telco

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Comunicare è sempre più facile, spesso fino al punto d’esser invasivo. Tecniche vecchie vengono soppiantate dell’imperante dominio della Rete. Così nasce il social messaging, così sorgono le applicazioni per inoltrare messaggi di testo gratuitamente via smartphone, come l’immancabile WhatsApp, capace di generare 10 miliardi di messaggi al giorno. Traffico di dati che ha prodotto nel corso di quest’anno una perdita di 23 miliardi di dollari, ovvero quasi 18 miliardi di euro, alle compagnie telefoniche. Il perché è semplice, mancato invio di sms.

Dati che emergono da una ricerca del centro studi Ovum, specializzato nel mercato delle telecomunicazioni, e che lieviteranno nei prossimi anni, secondo le proiezioni dei ricercatori. Entro il 2016, infatti, spariranno dal mercato ben 54 miliardi di dollari di sms. “Il social messaging sta diventando sempre più pervasivo, e gli operatori devono capire l’impatto di queste app sui comportamenti dei consumatori. Sia in termini di cambiamenti nel modo di comunicare, sia di impatto sui ricavi dagli sms, cambiando di conseguenza l’offerta di servizi”, afferma l’analista Neha Dharia della società di ricerca.

Più che un trend un destino già scritto. Lo slittamento da sms a social messaging è quanto avvenuto e sta avvenendo. Nel 2009, ad esempio, gli sms costituivano il 57% dei ricavi non legati alla voce delle compagnie, quest’anno tale percentuale è scesa al 47%. E sono in arrivo, secondo quanto riportato nel rapporto, nuove app che condurranno all’erosione della quota di sms a pagamento. Un processo quasi ineluttabile, a vantaggio delle nostre tasche, almeno in apparenza. Non vi pare?

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