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Smart Working: le professioni che lo praticano di più

Smart Working
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Cos’è lo Smart Working?

Il concetto di “lavoro agile” sta prendendo sempre più piede in Italia, sia nell’ambito della Pubblica Amministrazione che delle PMI, andando ad abbracciare ciò che rappresenta di fatto il futuro.

Le aziende, inizialmente un po’ diffidenti, stanno iniziando a comprendere i numerosi vantaggi che derivano, o potrebbero derivare, dall’assumere i cosiddetti Smart Workers. Si parla di lavoratori che per svolgere il proprio compito non devono per forza di cose recarsi in ditta ogni giorno, ma che possono operare anche a distanza.

L’ufficio 4.0 è la nuova frontiera del lavoro e si adatta a una vasta gamma di professioni, ecco perché anche il quadro normativo è stato recentemente aggiornato e adeguato a questa specifica casistica, precisamente nel giugno 2017 (legge 81/2017).

In base alle indagini portate avanti dall’Osservatorio del Politecnico di Milano, con un focus appunto sullo Smart Working, si stima che circa il 58% delle imprese abbia già puntato sui lavoratori smart e che nel settore pubblico sarebbero circa 4000 gli operatori già impegnati in remoto. Le cifre sono sicuramente incoraggianti e la tendenza è in crescita, con ben 800 nuove unità smart attivate in un anno.

Questa tipologia di lavoro mira ad incrementare il livello di produttività andando contemporaneamente a migliorare la qualità della vita del dipendente. Come? Attraverso la flessibilità degli orari, l’impiego di tecnologie all’avanguardia e un profondo e consapevole rapporto di fiducia che si instaura tra principale e subalterno. Ciò che muta è anche lo spazio presso il quale il lavoro viene svolto, non più le classiche quattro mura ma qualsiasi luogo con una connessione ad Internet.

Quali sono le professioni più affini al “lavoro agile”?

Detto ciò si intuisce che non tutte le professioni possano essere accostate a questo genere di concezione lavorativa. In generale i mestieri che si prestano a una lettura smart sono quelli che per loro stessa natura non hanno bisogno dell’azienda in sé per essere svolti. Si è parlato di PA, quindi di tutte quelle mansioni che ad esempio vengono svolte al computer e necessitano semplicemente di una linea internet funzionante, ma si possono annoverare in questa lista anche le imprese edili, quelle di pulizie e le ditte responsabili dell’installazione di impianti.

O ancora possono essere interessati da questo fenomeno anche i dipendenti del settore manifatturiero, i commercianti, gli operatori impegnati nell’ambito sanitario e quelli che si occupano di viaggi o fornitura di servizi al cliente. Da non dimenticare poi i vari specialisti del settore informatico, i grafici, gli scrittori e tutte quelle figure che potrebbero svolgere il proprio compito tanto da casa quanto dal tavolino di un bar.

Come si esegue il controllo dei dipendenti smart?

Ciò che caratterizza un impiego di questo tipo è quindi di fondo la libertà, che però allo stesso tempo solleva delle questioni inerenti alla rilevazione delle presenze, quindi come fare? Il datore di lavoro deve rinunciare ai vantaggi derivanti dalla concezione di lavoro agile? O deve rassegnarsi al non potere monitorare effettivamente la produttività dei propri dipendenti?

Oggi fortunatamente questo problema non si pone, poiché in commercio esistono dispositivi, in particolare i marcatempo portatili, che consentono la rilevazione presenze anche a distanza, tramite un modulo GPS e un sistema di trasmissione dati che si basa sulla tecnologia GPRS. Timbrare il cartellino in ingresso e uscita non è più un obbligo e basta semplicemente premere un pulsante sul device per registrare orario, luogo e data di inizio turno.

A completare il quadro si è resa disponibile di recente anche una specifica App che, scaricata sullo smartphone o sul tablet, permette di svolgere la stessa funzione di controllo dipendenti del marcatempo portatile, sfruttando di fatto il servizio di localizzazione GPS già presente sul dispositivo mobile.

 

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