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Megaupload: è il tutti contro tutti

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Megaupload non era solo un sito, ma l’emblema di una rete consacrata alla libertà, simbolo di una volontà interpretata da Kim Dotcom ma di cui il founder restava mera emanazione. Da qui la domanda, di chi è la responsabilità del mega-impero del file hosting? Infuriano le polemiche.

Dopo l’attacco del governo statunitense al portale la difesa legale dei vertici di Megaupload sta tentando di evitare l’estradizione. Ma Washington punta il dito anche contro l’avvocato, partner della law firm Quinn Emanuel Urguhart & Sullivan, Andrew Schapiro. Che, essendo coinvolto nel caso  Viacom vs YouTube, si troverebbe, secondo il governo statunitense, in un presunto conflitto di interessi. Sì, perché YouTube figura tra le vittime individuate dal governo federale a seguito della chiusura del servizio di file-sharing. Il gruppo che fa capo a Google dovrà quindi testimoniare contro la presunta cricca di Dotcom.

Ma che fine faranno tutti quei file prodotti dagli utenti e caricati sul cyberlocker? Contenuti legittimi la cui unica colpa è quella di essersi trovati sul server sbagliato nel momento sbagliato. Per questo gli attivisti di Electronic Frontier Foundation (EFF) stanno dando battaglia nel caso  Goodwin vs USA.

È possibile rientrare in possesso dei propri materiali legalmente caricati sulla piattaforma? Incombe la minaccia della distruzione totale dei contenuti, quasi 30 petabyte di file. Come prima reazione la difesa segna una netta opposizione alla scelta, visto che parte del materiale potrebbe risultare utile ai fini processuali. Si oppone alla conservazione l’industria cinematografica che lamenta la violazione delle leggi sul copyright.

Sul banco degli imputati potrebbe figurare persino la società di hosting Carpathia, che gestisce i server su cui sono stati archiviati i file. L’accusa è di responsabilità nella violazione del copyright commessa dai fruitori del sito di Dotcom. Collaborazione da cui deriverebbero profitti per 35 milioni di dollari.

Come finirà la vicenda? Il tutti contro tutti cambierà il probabile esito del macero virtuale? Ma sopratutto questa gogna mediatica a cui è sottoposto l’impero di Dotcom serve davvero a far trionfare la legalità o piuttosto mira a lanciare un monito agli utilizzatori della rete? Colpiscine uno per educarne cento.

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