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Le aziende italiane snobbano Linkedin: perché e come utilizzarlo

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linkedin-logoSono molti i motivi che dovrebbero spingere i professionisti a essere presenti su Linkedin: la possibilità di farsi conoscere, di condividere le proprie esperienze professionali, iscriversi a gruppi di settore, partecipare a discussioni, postare articoli, comunicazioni, link a eventi. Rappresenta in sintesi una vetrina che permette di mettersi in contatto con colleghi, esperti, collaboratori e potenziali clienti. 

È utile che anche l’azienda abbia una propria pagina: sarà possibile caricare immagini e link ai prodotti e monitorare l’utilità del social tramite una pagina di analisi che rileverà il target di interesse, il numero di click e l’identità dei membri interessati al profilo. 

La gestione della pagina Linkedin non richiede l’attenzione di un account Facebook o Twitter, basterà generare pochi ed efficaci contenuti. 

La pagina rappresenterà una vetrina importante e si pubblicizzerà da sola: in realtà saranno gli stessi dipendenti a pubblicizzare la pagina e le attività dell’azienda.  Inoltre è possibile curare la sezione sui prodotti e servizi tramite gli spazi che Linkedin ha già predisposto. Gli utenti conosceranno i dettagli delle offerte e chi, tra i loro contatti, ne ha usufruito. 

Sarà poi possibile pubblicare le offerte di lavoro indicando le posizioni aperte. 

Visti i vantaggi, analizziamo i numeri: quanti sono i professionisti italiani su Linkedin? 

A eccezione di aziende come Edison, STMicroelectronics e Telecom Italia le altre imprese snobbano Linkedin. I dati sono forniti dal sito Lundquist e l’analisi ha interessato le 100 più importanti imprese italiane, due terzi delle quali, non utilizzerebbe il social network. Mentre i dipendenti sarebbero presenti in massa, i dirigenti latitano. Il 12% delle maggiori imprese non ha una pagina Linkedin e solo un terzo, tra coloro che ne possiedono una, la gestisce attivamente. 

Nonostante il trend positivo del social network dedicato al lavoro, l’Italia sembra non averne colto le potenzialità e l’ottima occasione di costruire una rete fruttuosa di contatti professionali. Riusciremo a far cambiare questa tendenza?

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