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Facebook Inganna I Filtri Per La Pubblicità

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Che Facebook voglia scalare le vette delle classifiche social e sbaragliare la concorrenza è un dato ormai di fatto. Sembra infatti che il social network questa volta abbia aggirato i blocchi per “calcare la mano” sulle pubblicità. Lo staff di Menlo Park annuncia la guerra agli ‘adblock’ permettendo però di personalizzare le inserzioni.

Andrew Bosworth, responsabile di prodotto, scrive che “Facebook fra i servizi gratis online e la pubblicità supporta la nostra missione di dare alle persone il potere di condividere e rendere il mondo più aperto e connesso“.

È stato infatti deciso che gli utenti potranno visualizzare le inserzioni accedendo alla piattaforma da pc, pur avendo sul pc installato un qualsiasi tipo di “ad blocker“. Gli utenti iscritti potranno controllare le pubblicità che visualizzano e scegliere gli argomenti che preferiscono visualizzare tra quelli invece meno desiderati o fastidiosi. Infatti, secondo Facebook si parte dal presupposto che la stragrande maggioranza degli utenti non tollera “la cattiva pubblicità”, ossia quella che “impedisce di accedere ai contenuti desiderati”, che “rallenta” l’esperienza online, o che riguarda “argomenti non interessanti”.

Nessun ”adblock” arresterà Facebook: la principale fonte di guadagno di Facebook è proprio la sua pubblicità. Il social conta un miliardo e 700 milioni di utenti ed è proprio per questo che non è un problema aggirare i filtri e spingere sulle pubblicità. Tantissime persone scaricano infatti software che premettono di bloccare le inserzioni durante la navigazione ma Facebook ha annunciato una serie di funzioni che permette all’utente di personalizzare la pubblicità.

Il blog di Adblock Plus, uno dei filtri per browser più utilizzati dagli utenti, dichiara questa scelta ”infelice” perché ci ”si incammina in un sentiero oscuro, contro l’interesse dell’utente”.Sebbene siamo tutti a conoscenza del fatto che le pubblicità irritano tutti noi, Mr Bosworth insiste e ribadisce che la società ha comunque investito e puntato su un tipo di pubblicità “uninterruptive”, che sia quindi invasiva il meno possibile. Qualsiasi soluzione non può dunque farci scappare dalle decisione di Mark Zuckerberg.

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