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Cosa si nasconde dietro la maschera di Anonymous?

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«Noi siamo gli Anonymous. Noi siamo una legione. Noi non perdoniamo. Noi non dimentichiamo. Aspettateci!». Si battono contro ogni forma di censura, contro le religioni e gli estremismi, riflesso di una cultura post-ideologica cresciuta sulle pagine dei browser web. Ma chi sono gli Anonymous? E soprattutto, a cosa mirano?

Negli anni abbiamo visto questa sigla scorrere sulle pagine dei giornali, associata a eventi eclatanti, dove coinvolti erano istituzioni ed enti macchiati di un qualche crimine, agli occhi di Anonymous ovviamente. Crimine a cui è seguita l’esecuzione della condanna. Offline. Questo lo stato di tanti siti, da Habbo ai più recenti Enel e Agicom. Verrebbe da pensare a un gruppo di hacker mossi solo dalla loro mano destruens. Non è così. La galassia Anonymous è composta anche da vigilantes della rete, ragazzi che hanno assicurato alla giustizia molti pedofili coinvolti nell’adescamento, attraverso il canale web, di minori. Difficile dare una definizione a questo blob multiforme, nutrito dal libero contributo di migliaia di persone di tutto il mondo. Ma un punto è certo, chiunque si muova dietro le spoglie di Anonymous è poco incline ai poteri forti.

Passiamo in rassegna alcuni casi italiani recenti. A fine marzo 2011 il down ha toccato Enel. Il gruppo ha rivendicato così l’attacco: “ancora una volta mostra di perseguire i propri interessi in modo indegno. Al fine di costruire impianti idroelettrici in Guatemala, nel municipio di Cotazal, l’Enel assolda (con i denari di tutti gli italiani) 500 mercenari in assetto di guerra con passamontagna e forze antisommossa per occupare la comunità indigena maya ixil di San Felipe Chenla, che dal 3 gennaio sta protestando contro la Enel”. Dopo poco scatta la polemica contro l’Agicom (Autorità Garante per le Comunicazioni) sul tentativo di limitare la libertà d’espressione in rete. “L’Agcom vorrebbe istituire una procedura veloce e puramente amministrativa di rimozione di contenuti online – hanno poi fatto sapere gli hacker in un comunicato stampa diffuso online – considerati in violazione della legge sul diritto d’autore. L’Autorità potrebbe sia irrogare sanzioni pecuniarie molto ingenti a chi non eseguisse gli ordini di rimozione, sia ordinare agli Internet Service Provider di filtrare determinati siti web in modo da renderli irraggiungibili dall’Italia. Il tutto senza alcun coinvolgimento del sistema giudiziario”.

Ovviamente, verrebbe voglia di dire, non la passano liscia neppure i politici italiani. L’operazione questa volta si chiama, in una formula molto esplicita, “VaffanculoPoliticiFebbraio”. Contestato il ruolo passivo di una politica mossa solo da un esclusivo interesse privato e di poche influenti lobby economiche. Il primo a cadere è il sito ufficiale dell’Onorevole Paniz, reo di aver chiesto l’oscuramento del sito Vajont.info.

Per venire agli eventi più recenti, c’è stato pochi giorni fa l’attacco al sito del Vaticano. Plateale e provocatoria condanna alla “corruzione” della chiesa in quanto istituzione pubblica. I pirati che hanno sabotato il sito, rimasto inaccessibile per diverse ore, chiariscono il loro intervento: non era “indirizzato alla religione cristiana e ai suoi fedelissimi sparsi nel mondo intero, ma contro la Chiesa romana apostolica”. Nella lettura di Anonymous, critico il ruolo giocato dalla pedofila, l’illegittima influenza sullo stato italiano e la propagazione di “dogmi assurdi risalenti all’epoca del Medioevo”.

Ed è proprio notizia di poche ore fa la rivelazione del codice sorgente di Norton Antivirus, arrivata insieme alla richiesta di scarcerazione dei membri arrestati negli ultimi giorni.

Ma la domanda di fondo resta:  cosa vogliono gli Anonymous? Il problema non è se le cause per cui si battano siano condivisibili, alcune di queste hanno un innegabile valore etico, come quelle di contrasto alla pedo-pornografia, ma se sia giusto il metodo adottato. E poi, si tratta di un nuovo movimento culturale o una ennesima forma di integralismo partorita da quel calderone, non sempre votato alla qualità, che è la rete? Rispondere è difficile, almeno fino a quando la galassia Anonymous continuerà a essere così sfuggente. Suo enorme punto di forza e forse più grande debolezza.

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